Esistono temi di cui è difficilissimo parlare, per molte ragioni diverse: perché si trascinano dietro un carico emotivo destabilizzante; perché riguardano fenomeni che, pur rimanendo nello stesso orizzonte, prendono forme sempre diverse; perché sono al centro di un discorso pubblico rispetto al quale sembra quasi impossibile dire qualcosa di nuovo. La guerra è uno di questi.

 

 

Sotto la sabbia è uno spettacolo che vuole offrire uno scenario meno frequentato sul mondo della guerra. Scritta da Alessio Luca Bartelloni e Filippo Fantoni e diretta da Filippo Fantoni, l’opera segue le vicende di sei soldati tedeschi all’indomani della fine della Seconda guerra mondiale in Europa: prigionieri dell’esercito danese, i sei ragazzi sono costretti a rimuovere le mine che i propri commilitoni hanno interrato lungo le coste della Danimarca. Il dormitorio del campo diventa il rifugio dalle fatiche della giornata di lavoro, ma anche il luogo dove i sei ragazzi condividono le proprie storie, le speranze, le ossessioni e le memorie degli orrori subiti e compiuti. Giorno dopo giorno, mentre i racconti e i rapporti umani si addensano, solidarietà e diffidenza si fondono in un clima di tensione crescente.

 

 

Due sono le principali fonti dello spettacolo. La prima, di natura più prettamente artistica, è il film Land of Mine (2015) di Martin Zandvliet, di cui tuttavia il nostro spettacolo recupera esclusivamente il soggetto, modificando completamente i rapporti tra i personaggi e le loro vicende. La seconda è il libro Soldaten. Combattere uccidere morire (2011) di Sönke Neitzel e Harald Welzer, una raccolta di intercettazioni delle conversazioni tra soldati tedeschi prigionieri degli Alleati. La drammaturgia, essenziale e tagliente, ha preso corpo nella ricerca del miglior bilanciamento tra il rigore storico del materiale documentario su cui si basano i racconti dei soldati e le esigenze artistiche proprie di ogni rappresentazione scenica.

 

 

Sotto la sabbia andrà in scena al Teatro Jenco di Viareggio (via Euro Menini, 51) venerdì 10 e sabato 11 ottobre, alle ore 21:15. Le messinscena serali, aperte al pubblico, seguiranno alle repliche mattutine, rivolte a una platea di studenti: l’iniziativa si inscrive infatti nella seconda edizione del progetto Studenti a Teatro, che la nostra Associazione organizza per diffondere la cultura del teatro tra le nuove generazioni. La guerra che resta – questo il titolo dell’edizione corrente – propone ai suoi giovani spettatori un racconto umano e spietato, che mette a nudo le ferite invisibili lasciate dalla guerra, ben oltre la fine dei combattimenti. Il progetto gode del patrocinio della Città di Viareggio e del contributo economico della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca e della UILT Toscana.

 

 

Lo spettacolo esplora la fragile linea tra colpa e redenzione, tra obbedienza e responsabilità, tra vittima e carnefice. Perché le linee nette che squarciano la realtà in poli opposti, per quanto rassicuranti possano essere, si rivelano sempre fragili a chi le osserva da vicino, specialmente quando è la guerra a tracciarle. Perché il teatro, a differenza della morale o della politica, ha il dovere di abitare le zone grigie, di restituire complessità là dove l’opinione pubblica tende a ridurre. Sul palcoscenico, un personaggio può essere al tempo stesso violento e indifeso, crudele e umano. E la scena diventa così il luogo dove lo spettatore è chiamato a fare i conti non con categorie astratte, ma con volti, voci, corpi concreti.