L’arte, si sa, non ha confini. La forza espressiva di un gesto artistico, sia quello di un attore o di un artigiano, ha il dolce potere di penetrare attraverso le barriere geografiche e di intrecciare culture lontane con un’agilità vicina alla magia. Ma sapere che un atto creativo ha questa capacità è cosa ben diversa dal poterlo vedere in prima persona: un’esperienza che abbiamo avuto la fortuna di vivere.

A pochi giorni dalla conclusione della trasferta giapponese che Teatro Res 9 ha avuto il privilegio di fare grazie al Carnevale di Viareggio e a uno dei suoi artisti, Umberto Cinquini, per la partecipazione a Expo 2025 di Osaka, durante la settimana della Regione Toscana, possiamo solo affermare che l’arte non ha confini e che l’energia del Carnevale di Viareggio è straordinariamente contagiosa.

 

 

Grazie a Umberto Cinquini, noto artista del Carnevale di Viareggio e direttore artistico delle nostre attività realizzate presso il Padiglione Italia a Osaka, gli artisti della nostra compagnia Alessio Luca Bartelloni, Alessio Del Dotto, Gabriele Dell’Innocenti, Filippo Fantoni, Nicole Fontana, Luca Orlandi e Alfredo Scorza, con Martina Francesconi e Massimiliano Marchetti, e con Alessandro Pasquinucci nelle vesti di Burlamacco e Gaia Raffaelli in quelle di Ondina hanno incantato il pubblico giapponese con performance nella Piazza Italia, ovvero lo spazio esterno del Padiglione, dando al pubblico dei visitatori internazionali un’immagine della tradizione viareggina nella sua forma più consueta: quella della festa in strada, colorata dai costumi variopinti dei partecipanti e vivacizzata dalle canzoni classiche del Carnevale.

 

 

Oltre allo spazio esterno, gli artisti si sono esibiti anche all’interno dell’Auditorium del Padiglione Italia, con uno spettacolo creato per l’occasione, interamente ideato e scritto da Teatro Res 9: un racconto performativo, in un linguaggio scanzonatamente grammelot, dedicato alla maestria artigiana dei costruttori viareggini e alla folle spensieratezza delle Maschere. Il Volto Sincero dell’Umanità (questo il titolo evocativo scelto dalla Fondazione) ha combinato i due elementi in una rappresentazione briosa, ironica e stralunata, tra inseguimenti a ritmi di musica e interventi provvidenziali a opera di Ondina e Burlamacco. Una narrazione per il pubblico dell’Expo in una chiave fantastica e allegorica, che ha ben rappresentato lo spirito vivo della nostra tradizione e con un importante apporto multimediale, in una messa in scena incardinata sulla coordinazione del gesto attoriale con i video realizzati da Alessandro Pasquinucci.

 

 

Siamo grati alla Fondazione Carnevale e a Umberto Cinquini per la preziosa opportunità di una prima trasferta internazionale, e per averci fatti partecipi e resi protagonisti di una bella occasione di successo del nostro amato carnevale, che ci ha permesso di dilatare gli orizzonti del nostro percorso. E d’altro canto quale orizzonte potrebbero mai avere il Teatro e il Carnevale, se non quello capace di abbracciare il mondo intero?

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